Quindici anni fa, il 23 gennaio 2002, moriva a pochi passi dal casello A4 di Rovato “Lo Sceriffo”, alias Vittorio Mero, 27enne difensore del Brescia Calcio.
Mero morì nello schianto della sua vettura, diretta verso Brescia, di ritorno dalla sua famiglia. La squadra, alle 17.30, era impegnata a Parma in Coppia Italia, ma il calciatore vercellese era squalificato, e quindi non era partito con Baggio e compagni alla volta del Tardini.
Mero quel giorno era ad allenarsi a Erbusco. Lui ed Emanuele Filippini squalificati, l’ austriaco Schopp e il polacco Kosminski infortunati, si erano allenati come sempre al mattino, in Franciacorta, prima del pranzo al Touring di Coccaglio.
Dopo pranzo la partenza di Mero per Nave, dove abitava con la famiglia. La sua Polo, però, poco dopo l’ingresso in autostrada a Rovato, andò a incastrarsi sotto il cassone di un autocarro che era stato urtato a sua volta da un Tir: l’autista, un 40enne di Como, non si fermò subito, finendo poi arrestato per omissione di soccorso nelle ore successive.
Mero, nella stagione 2001-2002, era stato anche capitano del Brescia, conquistandosi l’affetto dei tifosi per la simpatia, dentro e fuori dal campo, l’impegno e il forte attaccamento alla maglia.
La notizia della morte di Mero arrivò a Parma poco prima della partita, che poi non si disputò.
La domenica successiva, a Lecce, lo straziante ricordo di tutta la squadra, come ricorda lo stesso Roberto Baggio in questo video (clicca qui) tratto dal programma televisivo della Rai “Sfide”.
Il Brescia Calcio in sua memoria ha ritirato la maglia numero 13.
Il Ravenna Calcio invece ha dedicato a Vittorio Mero la curva dei tifosi locali.
In suo nome è nato, a Rovato (anche se ora la sede è Brescia) il Brescia Club “Vittorio Mero”.