Sette lustri, trentacinque anni: dal 1982 le penne nere sono una presenza costante nella vita di Lodetto di Rovato, la più orientale tra le frazioni agricole della capitale della Franciacorta.
Lodetto è l’unica frazione ad avere un proprio gruppo Ana, differente da quello di Rovato centro, fondato addirittura nel 1925.
Per celebrare al meglio il 35esimo anniversario, il gruppo di penne nere di Lodetto ha organizzato una tre giorni rivolta a tutta la popolazione.
Ricco il programma, riportato nella locandina a fianco: da una mostra sulla Grande Guerra al concerto del celebre Coro Prealpi di Villa Pedergnano (Erbusco), fino alla sfilata di domenica mattina per le vie della frazione, che si concluderà con la messa in Parrocchia, il “rancio” nel vicino oratorio e infine, alle ore 16, l’ammainabandiera.
GALLONI – La storia dell’Ana di Lodetto è legata, in modo particolare, alla figura del cappellano militare Francesco Galloni, medaglia d’argento al valor militare e punto di riferimento per il battaglione Alpini “Monte Suello”, fondatore dell’Ordine delle Figlie di Maria Annunciata (Montanina), della Pro Oriente e ispiratore della costruzione della chiesetta di Santa Maria del Pasubio.
La sua storia occupa un’intera voce della celebre Enciclopedia Bresciana.
Di seguito, l’incipit: “Galloni Francesco, monsignore. (Lodetto di Rovato, 8 febbr. 1890 – Velo d’Astico, Vicenza, 5 giugno 1976) Di Andrea e di Orsola Fattoli. Di famiglia alquanto agiata entrò presto in Seminario; pur attratto dall’ideale missionario il 4 luglio 1914 veniva ordinato sacerdote e destinato come curato a Pieve di Concesio. Zelante, attivo, ebbe tra l’altro la collaborazione intensa della famiglia Montini e in particolar modo di Giovanni Battista, poi papa Paolo VI. Nel febbraio 1916 chiese e ottenne di partire cappellano militare. A Salò entrò nel Battaglione Monte Suello del V° Alpini, di nuova formazione e partì per il fronte del Natisone. Fu generoso e presente ovunque, amato e stimato dai suoi alpini e più volte diede dimostrazione di grande coraggio. Il 10 settembre 1916 mentre il suo battaglione assaltava le trincee nemiche nei pressi di quota 2200 sul Pasubio egli si esponeva più volte al fuoco avversario, per raccogliere, sotto i reticolati nemici, i soldati feriti e trasportarli al posto di medicazione. Nonostante fosse leggermente colpito al viso non desisteva nella sua pietosa missione fino a quando tutti i feriti del reparto non furono condotti al riparo nelle linee italiane. Per tale coraggio gli venne concessa la medaglia d’argento al v.m. con la motivazione “Spintosi fin sotto i reticolati nemici per raccogliere feriti e curare il trasporto al posto di medicazione, compiva più volte, in terreno battuto, tale opera pietosa. Colpito egli stesso, persisteva con ammirevole calma nella sua missione, finché tutti i feriti del reparto furono condotti nelle nostre linee” (Regione Pasubio, Trincee austriache di q. 2200, 10 settembre 1916)…”
Clicca qui per il resto della vicenda del lodettese monsignor Francesco Galloni, da “Enciclopedia Bresciana” di Antonio Fappani.