Riceviamo e pubblichiamo da Agostino Tino Buffoli, già vicesindaco di Rovato, nei primissimi anni Novanta, e ora animatore del circolo culturale “Cealf” di Rovato:
Scorrendo il Leone di novembre 2017, ho apprezzato la chiusa dell’intervento del Consigliere di minoranza Diego Zafferri che invita a “confrontarci e pensare ciò che potrà essere il futuro del nostro Centro Storico”. Infatti una definizione e programmazione di questa zona è ormai improrogabile e dovrebbe essere argomento fra i più qualificanti della tornata amministrativa. A questa prioritaria discussione dovrebbero contribuire tutte le forze in campo scrollando di dosso polemiche di vario genere che nemmeno tanto interessano.
La posta in gioco è alta e la si dovrebbe affrontare a viso aperto con il coraggio di dire a quale visione si vuol tendere. Dico coraggio perché qualsiasi soluzione, meno quella di lasciare le cose come stanno, rischia di impattare con abitudini, interessi, vantaggi immediati e i cittadini, se non edotti e convinti dei benefici prospettati potrebbero avversare politicamente ogni novità. Ma è pur vero che il tempo è maturo per riorganizzare la nostra Città, che se ben considerata, possiede potenzialità non comuni. Certo che la scommessa diventa impegnativa quando gli amministratori dovranno misurarsi con problemi e scelte nodali a partire dalla viabilità e, in particolare, dalla Strada Larga che non può più sostenere un traffico così intenso.
La Piazza con i suoi portici, il salotto buono della Città, che non può oltre essere degradata a parcheggio selvaggio anche se un suo uso diverso, deve essere ponderato e programmato intendendo sostituire il parcheggio con un luogo di manifestazioni culturali ed economiche da sedimentare nel tempo e capaci di un’ampia attrattiva. Gli Spalti e gli spazi verdi delle Scuole Nuove attendono di essere riscoperti con pavimentazioni, giardini, illuminazione, arredo e bacheche. Accanto a ciò le mura venete ed il fossato che abbisognano di necessario consolidamento e manutenzione.
Insomma gli Spalti come anello di raccordo della cerchia storica, e percorso turistico della Città a ridosso del Foro boario che con la sua vastità prospetta potenzialità strategiche e di complemento e per il quale forse è venuto il momento di valutare se ancora hanno significato strutture a suo tempo pensate per fiere ormai importanti solo nella tradizione. Ci si rende purtroppo conto che per i Comuni in generale e quindi anche per il nostro non è agevole reperire risorse in grado di finanziare completi programmi di investimento data la aleatorietà delle assegnazioni e le restrizioni alle spese.
Ma è appunto in questo precario contesto che diventa importante avere visioni complete entro cui muoversi con sagacia e prudenza dispensando le risorse disponibili valutando le priorità. Dico questo perché il nostro Comune, rispetto ad altri ha potuto beneficiare e tutt’ora beneficia di entrate straordinarie (vedi Cogeme) che se non eccessive, certamente significative, possono concorrere a realizzare un compiuto quadro urbanistico. Il rischio è quello di spendere male e a capocchia e di esempi purtroppo in tal senso ne abbiamo avuti se la nostra nemmeno lontana memoria ci porta a ricordare che buona parte dei ricavi della discarica Cogeme siano stati sperperati nel rifacimento della strada larga poi nuovamente rifatta.
Sempre sperando che il Leone possa diventare luogo di confronto e discussione per argomenti importanti,
per il circolo culturale CEALF – Rovato
Tino Buffoli
dicembre 2017
ciao riflessione intelligente,
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Sono cittadino Rovatese da sempre e socio del circolo culturale CEALF di Rovato.
Ho letto la “lettera di Tino Buffoli/2:caro Sindaco di Rovato ti scrivo”, di dicembre 2017, di cui condivido le considerazioni e le valutazioni e ritengo anch’io necessario che Rovato, nel frattempo diventata città, si dia una connotazione ed un aspetto che la faccia essere maggiormente vissuta dai propri cittadini e possa diventare un luogo di attrazione per il territorio circostante, non solo legato al mercato settimanale e/o ai centri commerciali, ma anche per le iniziative culturali e le proposte enogastronomiche/turistiche, venendo così conosciuta come “capitale della franciacorta” non solo per le passate ed ormai lontane vicende storico/economiche.
Ulteriori argomenti ,oltre a quelli delle strutture, della viabilità e della destinazione urbanistica, che ritengo interessanti considerare, sono quelli culturale e turistico collegati alle tradizioni ed alla identificazione di Rovato per le proprie peculiarità.
Quelli che mi preme, in questo momento, evidenziare sono legati: uno all’area culturale e l’altro all’area turistico/enogastronomica.
Rovato ha la fortuna di avere una bellissima piazza storica, piazza Cavour, che ben si presta allo svolgimento di manifestazioni culturali; la stessa, alcuni anni orsono, era stata sede della rappresentazione di un opera classica che aveva visto una rilevante ed apprezzata partecipazione di persone rovatesi e non; perchè non riproporre tale importante iniziativa facendola diventare una manifestazione organizzata annualmente in modo da vivacizzare e valorizzare maggiormente il centro storico?
Relativamente all’aspetto turistico/enogastronomico Rovato è conosciuta anche per alcune specificità legate al settore dell’alimentazione e della ristorazione quali le carni ed in particolare “il manzo all’olio di Rovato”; tale peculiarità, che è specifica di Rovato, andrebbe valorizzata con iniziative e manifestazioni ad hoc finalizzate ad implementare e sviluppare la conoscenza del nostro territorio e delle sue bellezze, che sono tante, consentendo altresì di far crescere e sviluppare anche tutte le altre attività presenti sul territorio.
Per fare questo ritengo necessario ed opportuno il coinvolgimento dei cittadini, tramite un confronto di idee, finalizzato a valutare e definire le scelte migliori per la crescita della nostra città e del suo territorio.
Sperando, con questo mio intervento, di aver proposto un contributo costruttivo.
Gennaio 2018
Alberto Gatti
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