Riceviamo e pubblichiamo la lettera di aprile da Agostino “Tino” Buffoli, già vicesindaco di Rovato e ora del circolo culturale C.E.A.L.F. di Rovato. Qui sotto le prime tre missive: clicca qui per rileggerle.
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Leggo con attenzione ed interesse gli editoriali del nostro Sindaco sul “il leone”, schietti e senza remore. Sono un modo utile ed efficace per rivolgersi alla cittadinanza. Questo giornale è prezioso perché raggiunge tutte le famiglie, anche quelle non attrezzate per i moderni media. Andrebbe ampliata l’informazione sulle decisioni del Comune e magari anche allargato di un paio di centimetri lo spazio dedicato alle minoranze.
Sul Giornale di febbraio 2018, il Sindaco riflette sulla difficoltà che incontra l’amministratore pubblico nell’adottare scelte senza essere “influenzati o peggio suggestionati dal chiacchiericcio, dal mugolio…” della gente. Le lamentele della gente non hanno mai fine, è impossibile accontentare tutti e se ci si lascia condizionare dalle recriminazioni, spesso discordanti fra loro, si viene colti dalla tentazione di consegnarsi al partito del “lasciar perdere…lasciar le cose come stanno” che è quello più accomodante, quanto meno politicamente meno arduo ma che non porta a nulla.
Spesso i professionisti del chiacchiericcio, sono coloro che più fanno sentire la voce perché magari legati a supposti interessi contingenti ma non è detto abbiano sempre ragione. Anche la moltitudine di cittadini che non si lamenta perché non ne è incline e nemmeno ne ha voglia o tempo, ha idee e pensieri che vanno altrettanto interpretati e capiti. In ogni modo chi ha assunto la responsabilità di amministrare deve fare le SUE scelte e alcune scelte possono essere difficoltose e discriminanti.
Per la nostra Città, il tempo delle decisioni, non può più essere procrastinato per il motivo che Rovato si è troppo velocemente ingrandito. Nei pochi recenti anni ha raggiunto una popolazione che rasenta i ventimila abitanti. Va da se che gli abiti di prima gli sono diventati stretti! Un’altra ragione sta nel fatto che determinate dinamiche di costume, di cultura e di civiltà, sono sempre più sentite dalla gente e costituiscono un fenomeno irreversibile.
Consegue ad esempio, che governare il traffico pensando soprattutto alla salute dei cittadini è ormai una urgente necessità. Chiedersi se i plessi scolastici, in una proiezione di medio, lungo termine siano idonei per capienza e funzionalità è un imperativo. Incominciare a pensare, pur con tutta la gradualità, un Centro pedonalizzato dove passeggiare senza la preoccupazione delle macchine e senza respirare veleni, si pone in quel processo di costume cui prima accennavo e che ha già impegnato e sta sempre più impegnando tutte le amministrazioni dei nostri comuni.
In questa ottica, liberare la Piazza dalle macchine in sosta, dovrebbe suonare come una cosa ovvia. Però, parafrasando il Sindaco e convertendomi a mia volta dalla “bellezza” al “buon senso”, riterrei sensato almeno arretrare i parcheggi così come erano stati disposti dopo l’ultima sistemazione. Barattare una manciata di posti macchine per una Piazza più decorosa e presentabile, gioverebbe al prestigio della nostra Città.
Infine la riflessione che il Primo cittadino fa sui “sensi unici”, coglie perfettamente il segno: mentre contribuiscono a spalmare il traffico, essi permettono magari di ricavare un marciapiede o una pista ciclabile, creando situazioni di maggior sicurezza e invogliando i cittadini a migliori pratiche. Cito per tutte due strade, a senso alternato, problematiche e pericolose: La centralissima via XX settembre, di fatto impedita a pedoni, ciclisti e carrozzelle e la adiacente via Calca la cui strettoia in prossimità dell’imbocco di via Spalenza è micidiale.
Tino Buffoli
Aprile 2018