Nikolajewka: a teatro e in corteo con gli Alpini di Rovato per il “Santo con la penna”

Gli Alpini di Rovato ricordano il 76esimo anniversario dalla battaglia di Nikolajewka, durante la Seconda Guerra Mondiale.

Lo faranno portando, venerdì 22 febbraio, al teatro Zenucchini il suggestivo racconto tra teatro, musica e parole di Emanuele Turelli, dedicato alla figura di Don Carlo Gnocchi, “Un santo con la penna”.

 “Una storia – spiega lo stesso autore, Emanuele Turelli – che si concentra in 9 giorni: dalla sera del 17 gennaio 1943 quando per la Tridentina arrivò l’ordine di ripiegare, alla notte del 26 gennaio, dopo la terribile battaglia di Nikolajewka, con un ultimo, struggente episodio: l’alpino Tobia, attendente di Don Carlo, incurante del freddo atroce di quella notte, uscì a soccorrere il cappellano, lo trasportò sulle spalle fino all’interno di un’isba e con grande coraggio e altruismo riuscì a salvargli la vita. Tobia aveva salvato la vita a un Santo.

Un’ora abbondante in cui racconto aneddoti ed episodi. Prima della campagna di Russia, poi del ripiegamento, con un’attenzione particolare alla divisione alpina Tridentina, nella quale Don Carlo era inquadrato come tenente cappellano”

Ingresso libero, inizio alle ore 20.30.

Domenica, invece, il corteo delle penne nere per le vie di Rovato.

Tutto il programma nell’immagine allegata.

NIKOLAJEWKA – Il Monumento a tutti i Caduti e Dispersi sul Monte Orfano di Rovato, in un pilastro, vede inserita una piccola teca, contenente terra di Nikolajewka con lo scopo di ricordare tutti i caduti della campagna di Russia ed in particolare i 90 giovani di Rovato che hanno perso la vita in terra di Russia.

Un Monumento nato nel dopoguerra da una iniziativa di alcuni reduci tornati a casa dalla campagna di Russia che, con il ricordo nei loro cuori dei compagni morti e dispersi, cominciarono a costruire la struttura sulla sommità del monte Orfano, da dove è visibile da tutta la Franciacorta. Il Monumento è stato terminato ed inaugurato nell’anno 1974 dopo la posa di opere in ferro battuto del maestro d’arte rovatese Aldo Caratti e di Bruno Piardi.

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