Dopo la rubrica “Caro sindaco ti scrivo…” (clicca qui per rileggerla), torna su Rovato.org la voce (e la penna) di Agostino “Tino” Buffoli, già esponente politico e vicesindaco di Rovato ai primi anni Novanta, che ragiona sul passato, presente e “futuro della capitale della Franciacorta.
Una nuova rubrica di pensieri e riflessioni sulla “nostra” Rovato, pubblicata su Rovato.org
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All’inaugurazione della scultura di Pinocchio, il Sindaco si affidò ad un annuncio importante: disse che in una prospettiva di riassestamento dell’intera area, si potrebbe prefigurare l’abbattimento del fabbricato del ex cinema Corso per ricavare un ampio spazio urbano congiunto alla Biblioteca ed al piazzale contiguo, in simbiosi con il prospicente Corso Bonomelli ed in collegamento con la vicina monumentale Piazza Cavour.
Anche Pinocchio, in bella mostra, a cavalcioni sul muro, attento ascoltava.
L’idea di affidarsi al burattino di Collodi, è stata una scelta intelligente ancorché istruttiva. La favola, com’è noto, si presta a diverse interpretazioni. Stando a quella più corrente, Pinocchio è una metafora universale che insegna come sia possibile perseguire il giudizio ed il buon senso imparando a controllare i propri eccessi. Il Grillo lo ammonisce, cerca di orientarlo verso scelte giuste ma il Burattino che è anche suscettibile, se la prende a male.
Riguadagnare lo spazio dove ora insiste l’ex cinema, è una soluzione che presenta i suoi punti di forza considerando che il recupero del fabbricato o della sua volumetria per analoghe attività comporterebbe costi eccessivi e vagliando le priorità, forse nemmeno giustificati.
In un recente passato, si era vagheggiata l’idea di riedificarvi un palazzo polifunzionale con parcheggi interrati ma le difficoltà economiche, logistiche e i numerosi dubbi, dissuasero. A quanto pare, un’idea vagamente assimilabile, tutta da definire e spiegare, riaffiorirebbe ora fra le proposte della nuova lista Rovato W.
La proposta del Sindaco, invece, se affidata a mani sapienti e professionali, parrebbe la più giudiziosa poichè la prospettiva di riprogettare e riqualificare tutta l’estesa area collegandola alla Piazza Cavuor si tradurrebbe in un’importante occasione per arricchire il pregio urbanistico ed il volto della Città.
Al collegamento della Centrale Piazza con la zona interessata (anticamente sede del mercato dei latticini), già saggiamente ci avevano pensato i nostri progenitori, ideando uno fra i più suggestivi scorci di Rovato con il passaggio ad arco coperto diritto i fondo al vicolo Vantini.
In tempi non recenti ma che nemmeno si perdono nelle memorie, questo passaggio che transita sotto lo stabile di proprietà del Comune, venne indebitamente chiuso per aumentare spazi alle attività dell’esercizio appaltato. Come ciò sia potuto avvenire, in pieno Centro, senza che nessuno si accorgesse e nulla dicesse, resterà sempre un inspiegabile mistero. Altrettanto inspiegabile il fatto che il Comune, anziché sanzionare e disporre il ripristino, finì col sanare se stesso, rendendo legale e perpetuando l’abuso. Questo fatto risale ai tempi oscuri quando Rovato assurse all’onore delle cronache nazionali per editti intolleranti, per convocazioni comunali notturne, per aver gettato un’inutile ponte di ferraglia che serve solo a stendere lenzuolate di nubendi, per aver piantato per ogni dove lampioni a manico di ombrello che non hanno mai fatto chiaro e che ora con le lampade a led può darsi ne facciano di meno.
Ora, di recente è scaduto il contratto di affidamento dei locali all’esercizio e il Comune, non sapendo guardare appena più in la della punta del naso, ha indetto nuova gara alle medesime condizioni di fatto. Nemmeno sfiorò l’idea di cogliere l’occasione per ripristinare il passaggio com’era prima, in linea con la visione urbanistica prefigurata dal Sindaco.
Una possibilità perduta che purtroppo vanifica la prospettiva di ristabilire lo storico collegamento estetico e funzionale con la Piazza la quale, malgrado i ripetuti e inascoltati appelli, continua a presentarsi come un caotico, stipato, selvaggio parcheggio che offende la dignità e la rispettabilità del luogo, cuore pulsante di Rovato e suo esclusivo simbolo. Offende così anche la sensibilità di quei rovatesi che non si rassegnano a questo degrado. La cosa più triste che possa capitare ad una Comunità è l’assuefazione all’incuria e al brutto e ciò accade quando manca una direzione che intenda vigilare ed indicare il giusto cammino. Il fatto di degradare la Piazza a posteggio e salvadanaio del Comune, svendendo e svilendo il suo significato, appartiene a quelle scelte miopi, retrograde e culturalmente perdenti. Appartiene ad una mentalità gretta di Paese, non di Città come intenderebbe fregiarsi Rovato.
Il Sindaco, non fosse altro per la sua competenza e sensibilità professionale, ne sono certo, non può che convenire con questa mia visione e forse pensa di procrastinarla a dopo la costruzione della passerella sugli Spalti. Compie un errore di scelta e di tempistica. I Rovatesi hanno bisogno di segnali coraggiosi e coerenti ai cambiamenti necessari per il prestigio ed il ruolo della Città. Investire nella Piazza sarebbe la cosa più naturale facendone un’arena per attività culturali e di spettacolo con un programma preordinato coinvolgendo le Associazioni, ricche per numero e valore, il volontariato, chiamando a raccolta il mondo degli artisti che a Rovato sono realtà viva ma sottaciuta.
Tino Buffoli marzo 2019