Elezioni a Rovato: l’analisi di Angelo Bergomi

Elezioni comunali a Rovato: dopo il voto che ha premiato il sindaco uscente, Tiziano Belotti, e l’ufficialità sul futuro Consiglio comunale, riprendiamo la riflessione post-urne di Angelo Bergomi.

Già vicesindaco, segretario del Pd e capogruppo dem in Consiglio, Bergomi non si è candidato a questa tornata elettorale.

Il post è stata pubblicato sul blog di Bergomi e lo riprendiamo di seguito:

“Molti cittadini, in questi giorni, mi stanno interpellando in varie forme (molti fermandomi per strada) per chiedere la mia lettura del risultato del voto alle elezioni comunali rovatesi.

Premettendo di non avere la verità in tasca, a beneficio dei tanti lettori del mio blog e della mia pagina facebook, estendo il mio pensiero sull’argomento.

Partiamo da chi non è riuscito a esprimere nessun consigliere comunale.

Certamente sotto le aspettative il risultato della Liga di Maurizio Festa, di Rovato Capitale di Alberto Piva e di Roberto Manenti.

I motivi mi sembrano francamente diversi.

Le campagne elettorali di Festa e di Piva sono state tutt’altro che improvvisate, a differenza di quella di Roberto Manenti.

Per Piva la difficoltà maggiore è stata probabilmente il farsi conoscere, stante la giovane età ed essendo alla prima esperienza assoluta.

Per Festa è stato arduo il compito di far capire all’elettorato di centrodestra che la costituzione in consiglio comunale del gruppo L.I.G.A. e la conseguente candidatura fossero figlie non di un capriccio politico ma di reale presa di distanza da modalità amministrative inaccettabili vissute nel corso del primo mandato Belotti.

Usa la testa, fidati di Festa” vince sicuramente il premio per lo slogan più originale della campagna elettorale.

Molto più clamoroso, a mio parere, il tonfo elettorale di Roberto Manenti. In 5 anni l’ex sindaco, nonostante la visibilità data dal ruolo di Presidente del Consiglio comunale, è passato dagli oltre 1.300 voti del 2015 ai 200 di questa tornata. Evidentemente comporre una lista quasi esclusivamente di persone non residenti a Rovato e far girare audio whastapp parlando di sicurezza anche ambientale (ma è lo stesso Manenti della discarica Rovedil e della cava Bonfadina?) non ha pagato: per la cronaca in questa lista vi erano persone candidate anche alle comunali di Magasa (anche in quel caso non eletti) con capolista l’ex assessore regionale leghista Davide Boni. Il progetto manentiano di portare a Rovato  il soggetto politico “Grande Nord” non mi pare parta sotto grandissimi auspici.

Passiamo a chi ha perso le elezioni ma esprimendo consiglieri comunali….

Renato Bonassi.

Per settimane ho sentito sostenitori di questa candidatura professare come un mantra che ci sarebbe stato un ballottaggio tra Tiziano Belotti e Renato Bonassi e che Valentina Remonato avrebbe dovuto accontentarsi di un poco onorevole terzo posto.  Rimanere sotto i mille voti complessivi e attestarsi poco oltre il 11% racconta, invece, una storia completamente diversa. Nelle liste a suo sostegno poca fortuna hanno avuto la riedizione di “Rovato Futura” (assente dalle elezioni del  2007) e “Rovato e Frazioni Insieme” che, non rinnovando l’accordo di 5 anni fa con il centrosinistra, ha dimezzato i voti. Certamente più strutturata  è stata la campagna della lista “RovatoW” che, comunque dopo 5 anni di preparazione, porta a casa il 4.5% corrispondenti a 362 voti.

Oltre al candidato sindaco questa compagine esprimerà un consigliere comunale.

Valentina Remonato.

La sfida che aveva di fronte la giovane avvocatessa rovatese era davvero difficile. Di fronte il sindaco uscente con ben 4 liste. Ha costruito una coalizione con tre liste civiche. Leggo da giorni commenti sul presunto suicidio politico del circolo del Partito Democratico di non mettere il simbolo in questa tornata. Ai disattenti ricordo che da mesi il PD aveva annunciato la propria decisione di aprirsi alla società civile sostenendo la candidatura di Valentina attraverso la partecipazione a una coalizione civica. Il risultato complessivo del 27% ricalca da vicino il consenso che storicamente il centrosinistra civico ha da sempre a Rovato, il classico un elettore su tre. Nonostante la sconfitta elettorale vanno sottolineati alcuni aspetti positivi:

1) La coalizione, rispetto al 2015, aumenta di un consigliere comunale (si passa da tre a quattro) la rappresentanza consigliare. Alle confermatissime Luciana Buffoli e Elena Zoppi, oltre a Valentina, entra in consiglio comunale a suon di preferenze Stefano Fogliata, il candidato più preferenziato dell’intera competizione.

2) La campagna elettorale di Valentina ha avvicinato moltissimi giovani dimostratisi impegnati e seri. La vera sfida sarà coinvolgerli in progetti di interesse per la comunità. Se ciò avvenisse la base per la prossima sfida elettorale sarebbe già stata gettata.

Infine passiamo a chi ha vinto le elezioni.

Tiziano Belotti

Oggettivamente il sindaco uscente è sempre sulla carta favorito ma non era scontato che ce la facesse direttamente al primo turno, se vogliamo essere onesti. I deludenti risultati degli altri candidati di centrodestra hanno reso solo potenziale ma non effettiva la frammentazione del campo del centrodestra al primo turno.

E, senza che si offenda nessuno, credo che in questo campo ci siano dei vinti e dei vincitori.

Tra i vincitori certamente il sindaco uscente e riconfermato. Con esso la sua lista civica che ha superato nel voto di lista quella della “Lega Salvini Premier“. Nonostante qualcuno voglia minimizzare questo è un risultato clamoroso e che già mostra i suoi riflessi politici e amministrativi. Tanto per cominciare i consiglieri leghisti in consiglio comunale vengono dimezzati rispetto al 2015, passando da 8 a 4. Non è servito candidare parenti stretti, fedelissimi, presunti acchiappa preferenze per frenare l’emorragia di voti verso la lista civica diretta espressione del sindaco.

Sotto le attese anche il risultato di Fratelli d’Italia che ha goduto solo parzialmente del traino nazionale in crescita di Giorgia Meloni: 7% quando il partito nazionale è dato a più del doppio. Ha comunque espresso almeno un consigliere comunale.

Non pervenuta Forza Italia che non ha espresso alcun consigliere comunale.

Si potevano prevedere questi trend? Dal mio punto di vista sì. Valutando la campagna elettorale da addetto ai lavori dico che era evidente il fatto che il sindaco puntasse molto più di cinque anni fa sulla propria lista civica personale.

Mi spiego con un esempio: qualcuno si era accorto che la presentazione personale del sindaco è arrivata nelle case dei rovatesi sul pieghevole diffuso dalla lista civica “Tiziano Belotti sindaco” e non sul materiale informativo della Lega?

Fatto sta che questa lista, con 5 consiglieri, sarà la più rappresentata in consiglio comunale nel gruppo di maggioranza e non lo sarà la Lega. Cosa mai successa nelle tornate amministrative vinte dal centrodestra da quando è prevista l’elezione diretta del sindaco (1993!).

Altri dati significativi. Nella competizione delle preferenze si riscontrano alcune evidenze altrettanto clamorose con la mancata elezione di alcuni assessori e consiglieri uscenti. Il vicesindaco e l’assessore alla sicurezza uscenti, ad esempio, saranno della partita amministrativa solo se il sindaco deciderà di ripescarli in giunta o deciderà di inserire in essa consiglieri comunali eletti nella lista delle Lega che, dimettendosi come previsto dalla legge, lasceranno posto in consiglio ai primi dei non eletti. Mi pare anche questo un evidente segnale dell’elettorato di centrodestra  all’operato della giunta uscente. Come anche la riconferma in consiglio comunale per il rotto della cuffia come ultimo degli eletti del capogruppo consigliare uscente.

In ogni caso dico che chi ci ha messo la faccia in queste elezioni va sempre rispettato perchè non è mai facile farsi giudicare. Auguro buon lavoro al  nuovo consiglio comunale, alla giunta che verrà nominata tra qualche giorno e al Sindaco. Un augurio nell’interesse della comunità rovatese che, con tutti i miei limiti, ho cercato di servire in diversi ruoli istituzionali negli ultimi 13 anni e mezzo.

Nei prossimi giorni scriverò qualcosa anche di questo.

Ringrazio tutti per l’attenzione.

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9 pensieri su “Elezioni a Rovato: l’analisi di Angelo Bergomi

  1. Che affermazioni patetiche… ma a questo qui non bastava la figuraccia fatta nel 2015?

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  2. Si, secondo me la sua sconfitta, preceduta da proclami nei quali dava già per scontata la vittoria, è stata una figuraccia.
    Confermo anche di trovare patetica la sua “analisi”.
    Non avendo bisogno di farmi pubblicità o velleità politiche, mantengo il mio nickname.
    Ricambio gli auguri, ne ha più bisogno lei per il suo futuro politico.

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    • Proclami di vittoria li ha letti solo lei, caro il nostro finto anonimo. E’ talmente convinto delle ragioni che scrive che ha bisogno di camuffarsi. Questo è il vero atteggiamento patetico. Ma faccia come crede, siamo in un paese libero.

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      • Vede che la pensiamo allo stesso modo? Sono proprio d’accordo sulla sua precisazione che le analisi del voto debbano essere fatte da chi se ne intende… era proprio quello il senso del mio commento ad un articolo intitolato “Elezioni a Rovato: l’analisi di Angelo Bergomi”.
        E secondo lei io avrei voluto fingermi un commentatore diverso … … … usando lo stesso nickname??? COMPLOTTO!!!!!! Ahahahahah…

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  3. Caro il nostro mancato sindaco, capisco che, non avendo migliori argomentazioni per ribattere, lei insista nel deviare l’attenzione sull’anonimato del commentatore anziché sul merito del discorso (artifizio, peraltro, davvero elementare, che può essere efficace solamente con certi pecoroni ma non con chi ha uin minimo di sale in zucca)… anche se le critiche le vengono rivolte da chi resta anonimo, non vuol dire che non siano totalmente fondate… che la sua sconfitta sia stata determinata, come afferma lei, dall’unione del centrodestra (strategia, del resto, pienamente legittima), conferma solo incapacità politica per non aver saputo prevedere e contrastare l’avversario e non aver saputo raccogliere anche lei forze a suo favore…

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    • Ecco puntuale l’altro (finto) anonimo. Davvero singolare che in risposta a una evidentemente non condivisa analisi del voto del 2020 (magari nel punto in cui si rimarcano i flop di alcuni del campo dei vincitori) rispuntino digressioni su elezioni di 5 anni prima. Peraltro elezioni i cui risultati numerici non sono stati chiaramente letti. Perchè definire “…incapacità politica il non aver saputo raccogliere forze a favore…” vuol dire non essersi accorti di uno spostamento di 700 voti (!) netti tra primo e secondo turno. Ne sono mancati 85. E ce ne faremo una ragione come è stato fin da subito.
      Le analisi del voto, però, lasciatele fare a chi è capace di farle.

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      • P.S. La prossima volta che si finge un lettore anonimo, lo faccia almeno da un pc diverso da quello che ha usato per scrivere il commento precedente sotto altro nome.

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  4. Vede che la pensiamo allo stesso modo? Sono proprio d’accordo sulla sua precisazione che le analisi del voto debbano essere fatte da chi se ne intende… era proprio quello il senso del mio commento ad un articolo intitolato “Elezioni a Rovato: l’analisi di Angelo Bergomi”.
    E secondo lei io avrei voluto fingermi un commentatore diverso … … … usando lo stesso nickname??? COMPLOTTO!!!!!! Ahahahahah…

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